mercoledì 24 dicembre 2014

Pondera e agisci

Da quando ho inziato ad ascoltare i blink-182 tendo ad associare il periodo di Natale a una loro canzone, "I won't be home for Christmas": è un aspetto che per certi versi lo trovo curioso, considerato che in genere la critica implicita verso l'ipocrisia da festività natalizie non la condivido in pieno, anzi! Io penso che, essendo fondamentalmente la nostra una società  di bastardi,  fare finta per due settimane di preoccuparsi per gli altri e di condividere un momento di gioia è un aspetto positivo, perchè quantomeno limita gli atti animaleschi che siamo soliti riservare al prossimo... Per dire, durante le festività natalizie io non ci penso nemmeno a derubare mio fratello o a cercare di iscrivere i miei cani a qualche torneo clandestino di lotte tra animali per poi scommetterci contro: in seguito, magari dopo l'Epifania,  potrò sempre rifarmi del male gratuito rimasto in arretrato, ma il rinvio non potrà che essere benefico nei confronti delle tasche di mio fratello, che potrà continuare a scommettere centinaia di Euro sugli under del Palermo, e dei miei cani, che avranno due settimane di vita in più rispetto a quanto previsto... Insomma, quale sarebbe la magia del Natale se non questa?

(Caro lettore, sento la tua nota di disappunto, ma io rimango comunque della mia idea, e anzi ti dico una cosa: il 7 Gennaio fossi in te metterei al sicuro la macchina, non vorrei che qualcuno ti fori le ruote per sbaglio...)

Tornando a "I won't be home for Christmas", ha un testo molto spassoso, come gran parte delle canzoni dei blink-182 del resto; la parte strumentale, sin dai primi secondi, fa immergere l'ascoltatore nella tipica atmosfera natalizia, e il risultato è decisamente esilarante e orecchiabile. Questa canzone mi piace così tanto che, se dovessi condividere su facebook una canzone che tratta temi natalizi, sarebbe di sicuro questa: adesso, dopo le usuali venti righe di preamboli, posso finalmente spiegare il motivo per cui sto parlando proprio di questa canzone.

Dovete sapere che soffro di una particolare forma di disturbo ossessivo-compulsivo: in pratica mi succede che, durante tutto l'anno, non faccio altro che pensare al momento in cui arriveranno le festività natalizie per condividere sulla bacheca di facebook questa canzone, e ricevere mi piace, e leggere commenti entusiastici da parte di tutti su quanto sia divertente risentire un pezzo dei blink, e ricevere proposte oscene che rifiuterò perchè sono fidanzato. Questo pensiero intrusivo, per fortuna, riesco a scacciarlo ogni volta cercando video di youtuber tredicenni che commentano cose a caso. 
 
(A proposito, è giunto il momento di aprire una parentesi seria. Tutti offendono quel pirla di Francesco Sole, ma non capiscono che il male va estirpato alla radice prima che sia troppo tardi: se volete sfogare le vostre frustrazioni su qualcuno, lasciate perdere chi è già diventato troppo famoso per essere scalfito dalle vostre critiche e puntate il vostro fiele sulle giugulari di Gazzarrini, giusto per evitare che da arbusto puzzolente del web si trasformi in una sequoia di merda visibile a tutti).

Insomma, ho questo difettuccio del cervello, che ci posso fare! E ogni anno, puntualmente, in questo periodo mi lascio andare a ore di ragionamenti sul periodo migliore in cui condividere la canzone: che sia immediatamente dopo l'8 Dicembre? L'antivigilia di Natale? Santo Stefano? La Befana? 
È facilmente intuibile la conclusione: finisce ogni volta che faccio passare il tempo e non condivido nulla, e rimando le mie aspirazioni all'anno successivo. Anche quest'anno era destinato a fare la stessa fine, ma all'improvviso ho pensato che mettere il link alla mia canzone sul blog era la scappatoia perfetta per metterla in quel posto al mio disturbo psichiatrico incurabile... Oggi 24 Dicembre 2014, la vigilia di Natale, ho finalmente realizzato il mio sogno!!!!!!




PS: giusto per alimentare ancora il mio disturbo ossessivo-compulsivo, pubblicare questo link per uno qualsiasi dei Natali passati sarebbe stato ancora più d'effetto: non solo periodo di Natale, non solo canzone piacevole da ascoltare, ma anche corrispondenza tra il titolo della canzone e il modo in cui passo di solito il Natale!!! Probabilmente se fossi stato dai miei parenti anche per queste vacanze e avessi pubblicato il link mi troverei coccolato dal mio mentore DJ Francesco a una delle tante presentazioni del mio libro; invece, trovandomi a casa mia, il massimo a cui posso aspirare è un reality girato dentro un container di Agon Channel.

martedì 11 novembre 2014

In questo post ho parlato troppo poco di quella merda di "Mickey Mouse - Il topoclub"

Uno degli aspetti che trovo più fastidiosi dell'essere nostalgici per i bei tempi andati è senza alcun dubbio la mistificazione del passato. Sicuramente l'importanza dei ricordi è innegabile (chi saremmo noi senza le esperienze vissute in precedenza?), d'altro canto ciò non dovrebbe presupporre la magnificazione di tutto quello che ci ha riguardato in un momento felice della nostra vita. Proprio per questo motivo rimango sempre un pò perplesso nel sentire opinioni di certuni su vecchie serie TV e cartoni animati datati, che secondo loro rappresentano il non plus ultra dell'intrattenimento a prescindere dalla qualità dei programmi più recenti.
Naturalmente non sto dicendo che se non avessimo dato un valore affettivo a queste visioni saremmo tutti pronti a sputare su "Dragon Ball Z" o "Mickey Mouse-Il topoclub" a prescindere e a imprecare su Akira Toriyama e Saddam Hussein: sono dell'idea, invece, che prima di incorniciare di cuoricioni imperituri il ricordo di una serie, bisognerebbe sempre tenere a mente che le nostre preferenze derivano da gusti personali, non oggettivi insomma.
In sintesi mi dispiace, ma bisognerebbe evitare di dire cose del tipo "Cari miei amici nostalgici del Terzo Reich, c'è poco da fare: cartoni belli come Candy Candy non ne fanno più"...

... Ed è esattamente qui che si arriva al nocciolo del mio problema.

Dovete sapere che sono un pò bricconcello quindi, dopo avere fatto pitturare con l'inganno la staccionata di casa mia da passanti cerebrolesi, ho deciso di combinare una marachella delle mie dicendovi una bugia. Bugia è riduttivo: diciamo fandonia allora? Meglio stronzata forse? Sì, stronzata è meglio! La stronzata gigante in questione, ed è proprio una stronzatona biblica, ve l'ho detta prima quando vi ho detto che discorsi come quello preso precedentemente ad esempio mi lasciano perplesso. 
Purtroppo, e qui si cela la menzogna, non è vero che mi lasciano perplesso. CAZZO, NO. La verità è che mi fanno proprio incazzare!!!!! Ma non incazzare per finta, mi fanno incazzare FORTISSIMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

Mammina mia!!!!! Perchè quando dicevo le bugie da bambino non mi davi una passata di legnate invece di portarmi a vedere le lotte tra galli per premio?

Vi spiego prontamente il motivo. Se le nostre preferenze sono dominate dai nostri gusti personali, vien da sè che la mia opinione vale quanto la tua, ergo: se mi vieni a sparare una sentenza con un tono così assoluto, insindacabile, solenne... No, non sono ancora sufficientemente chiaro, ricomincio: se mi vieni a sparare una sentenza con un tono così assoluto, insindacabile e solenne, e soprattutto se questa sentenza riguarda il valore artistico di una serie a cartoni animati degli anni '90, riconosciuto per giunta quando ancora non sapevi farti il bidet senza l'aiuto dei tuoi genitori, sappi che in cuor mio inizio a pensare che tu sia un deficiente... A meno che:
A) Tu non abbia davvero visto tutti i cartoni animati del passato, presente e futuro:  potresti avere ragione tu, ma sarebbe interessante capire se ne sia valsa la pena sprecare la tua esistenza in quel modo: immagino che, dopo avere ribattuto che nemmeno passare le giornate dietro ai Lego è una buona idea, avremmo concluso il discorso con l'astenerci da dichiarazioni conclusive
B) Tu stia parlando di Adventure Time: ecco, in questo caso non avrei nulla da obiettare, anzi nessuno avrebbe nulla da obiettare, e, visto che stiamo parlando di Adventure Time e non di una qualsiasi altra robaccia trasmessa in TV, credo che sia giusto aspettarsi una stretta di mano, un applauso, una donazione in denaro per avere espresso un giudizio così veritiero e impeccabile.

 A mio avviso il fascino trasmesso da "Adventure Time" si fonda soprattutto sull'imprevedibilità: ogni puntata è densa di colpi di scena e di situazioni paradossali, e il repentino e frequente cambio nel registro stilistico induce lo spettatore a farsi trasportare dal ritmo sincopato degli eventi senza dovere farsi troppe ragioni se manca qualche nesso logico qua e là... Si rimane estremamente spaesati, ma è un'esperienza così piacevole che la mancanza di punti di riferimento riesce a fare quello che raramente altre serie riescono a fare: quando vedo Adventure Time mi diverto nel vero senso della parola! E poco importa se sono episodi già visti: questo modo di trattare le situazioni in un modo un pò schizofrenico, alternando momenti profondamente tenerelli o esilaranti ad altri decisamente spaventosi, è il meglio che io possa chiedere a un programma di intrattenimento. Quando poi nella stessa scena convivono personaggi tenerelli ed esilaranti con altri spaventosi credo di ottenere il massimo del divertimento a cui possa ambire guardando una serie TV (prendersi a legnate durante una serata in discoteca e lanciare a mò di regalo scatole di biscotti dentro ascensori sono emozioni ancora irraggiungibili): se non capite di cosa sto parlando, cercate di immaginare un micetto insieme a un terrorista islamico, e avrete afferrato il concetto.
E se non capite perchè mi piace così tanto Adventure Time nonostante l'abbiate già visto, e non vi capacitate di questa mia passione che considerate mal riposta, sappiate solo una cosa: gran pezzi di deficienti, vi sto aspettando per prendervi a calci nel culo e farvi cambiare idea con le cattive, perchè, cari miei, c'è poco da fare: cartoni belli come Adventure Time non ne fanno più!

Papino mio!!!!!!!!!!! Perchè mi hai reso un cane rabbioso che cerca la rissa anche quando si parla di cose innocue?



domenica 26 ottobre 2014

I coniugi Brambilla (parte 1)

Il giovane ce l'aveva fatta, per l'ennesima volta.


Molte persone si lamentano, e a ragione sicuramente, dei disservizi causati da Trenitalia: ritardi, cancellazioni e dissidi col personale sono il fulcro dei numerosissimi resoconti di pendolari e viaggiatori occasionali, racconti che, per quanto vari possano apparire, condividono la stessa morale: Trenitalia fa schifo.

Era chiaro a tutti che i disagi causati dalle ferrovie italiane ai suoi passeggeri fossero innegabili, ma il giovane non si era mai troppo occupato di queste faccende, perchè sapeva di essere in debito. 
Il numero di treni presi per miracolo perchè partiti più tardi del previsto e di coincidenze azzeccate era troppo alto per potere essere enunciato al resto della sofferente popolazione: il giovane, ancora madido di sudore per essere riuscito ad acciuffare l'ennesimo treno in partenza in extremis, sorrideva pensando al segreto privilegio di cui godevano lui e forse altri 3 o 4 abitanti di tutta Italia, e così, salutato l'accigliato passeggero di fronte a lui, si preparava a sfruttare le due ore di viaggio nel modo più proficuo possibile leggendo un libro.

Il treno era già partito da qualche minuto, e il giovane aveva momentaneamente rinviato l'inizio della lettura per consolare goffamente l'accigliato passeggero: c'era assoluto bisogno che quel treno giungesse a destinazione in orario, e  no, non era possibile accumulare 10 minuti di ritardo ancora prima di avere lasciato la stazione di partenza, trenitaliadimerda! 
Mentre il giovane tentava di placare l'accigliato passeggero con improbabili "Mi dispiace/ci siamo passati tutti/non sa quanto mi fanno rabbia queste cose/magari recupera", tralasciando il fatto che senza il ritardo nella partenza lui non sarebbe mai riuscito a salire su quel treno, lungo il vagone procedeva spedita una coppietta cinese. Il giovane e l'accigliato passeggero si voltarono verso i due orientali, che nel frattempo stavano prendendo posto nella loro stessa fila, dall'altra parte del corridoio: a entrambi non era sfuggita la mano della ragazza che si era energicamente poggiata sul sedere del ragazzo, ragion per cui l'accigliato passeggero, ora ben conscio del fatto che il ritardo a un'occasione importante può essere comunque più appetibile del preludio di un amplesso consumato di fronte a te, decise di fare cadere il discorso che fino a poco prima lo faceva tanto imbestialire.

Il giovane, d'altro canto, era piuttosto incuriosito dalla coppia: innanzitutto, perchè si erano messi uno di fronte all'altro se c'era abbastanza spazio per mettersi uno accanto all'altra e avvinghiarsi come sembrava volessero fare? Il ragazzo aveva le unghie del mignolo molto più lunghe delle altre, vezzo tanto caro agli abitanti del Sol Levante e del quartiere Brancaccio di Palermo? E soprattutto, era una sua impressione o erano ubriachi?
La lettura era resa assai difficoltosa da queste domande che ogni tanto si ripresentavano nella sua testa, impazienti di risposte necessitanti approfondimenti scabrosi; così, mentre nel paese delle nevi si consumava la storia d'amore tra Shimamura e Komako ma non si dava nessuna delucidazione sulla lunghezza delle unghie delle mani di chicchessia, il controllore si materializzò nella carrozza di fronte al suo scompartimento.
Il giovane chiuse il libro e tirò fuori il cellulare, mostrando il codice del biglietto al dipendente delle ferrovie, che annotò prontamente e procedette alla verifica successiva. Una sequenza di eventi banale, che comunque fece sghignazzare i due innamorati: il giovane, leggermente imbarazzato e allo stesso modo infastidito, si voltò verso la coppietta, non capendo cosa ci fosse di tanto ridicolo nel mostrare il biglietto elettronico sul cellulare, e i due distolsero subito lo sguardo da lui, facendo finta di guardare in un'altra direzione.

"E i due cincillà non li controlla?"
L'accigliato passeggero in tono polemico aveva intanto deciso di confrontarsi col controllore, dopo che quest'ultimo non gli aveva saputo dare ragioni sul ritardo del treno. Il controllore ribattè:
"Guardi, lei non ha alcun diritto di parlare a me o agli altri passeggeri del treno in questo modo."
"Io invece il diritto ce l'ho eccome! Ho tutto il diritto di sapere se dopo le convenzioni con la Serie A e i musei, ora Trenitalia ne ha fatta una nuova con la Triade!!!! Perchè non glieli controlla i biglietti a quei due? Quanto mi fate incazzare voi di Trenitalia, la gentilezza e la puntualità l'avete dimenticata tutta sui treni ad alta velocità, ma porc..."
L'alterco proseguiva, e mentre il controllore spiegava all'accigliato passeggero che la coppietta viaggiava insieme a un'altra persona che deteneva tutti e tre i biglietti già personalmente validati, il giovane era giunto alla conclusione che la coppietta probabilmente non capiva una parola di italiano: effettivamente, proferivano a malapena parola, e tutto quello in cui si limitavano a fare era scambiarsi sguardi beati, come se fossero ignari delle varie offese razziste gridate fino a quel momento. Se prima il giovane provava sincero disprezzo nei loro confronti, adesso non sapeva assolutamente che idea farsi di quei campioni inconsapevoli di intolleranza; il controllore e l'accigliato passeggero, invece, avevano appena espresso le loro considerazioni finali sulle altrui madri, mogli e figlie, e di comune accordo presero la decisione, accompagnata da qualche bestemmia, di risolvere l'alterco con i pugni nella stazione dove il treno si era appena fermato.
I due si allontanarono dallo scompartimento, e il giovane ebbe modo di notare un paio di scarpe da donna dall'altra parte del corridoio, vicino alla ragazza sempre più sorridente, ed ebbe modo di scoprire un evento alquanto rilevante.

Secondo Wikipedia il vomito è "un atto riflesso, e che si può manifestare in seguito a sollecitazioni provocate in zone trigger, quali la faringe e la Chemoreceptor Trigger Zone nel cervello, nonchè con una stimolazione adeguata dell'intestino e dello stomaco. A ciò si aggiungono i recettori periferici stimolabili da odori, sostanze chimiche, tossine, farmaci, stimoli meccanici, pressione endocranica (a causa di tumori o edemi cerebrali, nonché in caso di trauma cranico o infarto cerebrale in corso in zona cerebellare o in prossimità dei nuclei vestibolari). Questi stimoli afferiscono ai neuroni della sostanza reticolare del tronco dell'encefalo, centro afferente della reazione emetica, provocando l'eiezione del contenuto addominale dal cavo orale, solitamente accompagnata da nausea o scialorrea. A questi centri del vomito arrivano anche afferenze dalla corteccia cerebrale responsabili per esempio del vomito che occorre al cospetto di visioni orripilanti." 

Molto interessante, vero? Da questa spiegazione si evince che se si vuole vomitare una soluzione la si trova, in un modo o nell'altro. C'è chi si limita a arrivare al traguardo finale grazie a dosi massicce di alcol (quanta banalità, non trovate?), chi invece decide di variare ogni tanto provando l'ebbrezza dell'intossicazione alimentare (è il caso di chi scrive): sempre di un atto riflesso si tratta. Ma vomitare, vomitare in seguito alla visione di una donna di verde mela vestita che muove i suoi piedi sul pacco del proprio partner per provocargli piacere di fronte a tutti... In questo caso, lasciatemelo dire, il vomito non può essere considerato un mero atto riflesso: il vomito è un'esibizione artistica!

Il giovane era quasi riuscito a esprimere la sua arte fino in fondo, e il sapore di tutta quell'arte aveva sostituito quello del latte al cacao bevuto a colazione.

giovedì 11 settembre 2014

Il momento è giunto

Da tempo so che ormai mi resta solo una chance, una sola, misera chance da sfruttare nel migliore dei modi. L'apprendimento è stato veloce, l'adesione alle regole del gioco non è mai stata messa in discussione; eppure perchè mi deve sembrare così difficile l'attuazione del piano?
Ho passato molto tempo a ponderare sulla fatidica scelta: il momento adatto sembrava sempre prossimo a venire, ma ogni volta, per colpa di un qualche fattore che lasciava in sospeso la mia scelta irreversibile, mi lasciavo andare all'inazione. 
Del resto, è forse da biasimare questo mio comportamento? La gente sa cosa significa assaporare per l'ultima volta quel brivido intenso che ha sancito due volte la differenza tra me e gli altri? La risposta non può che essere no, e questo rende le cose ancora più difficili, perchè riduce fortemente il numero di persone fidate e valide a cui posso chiedere un consiglio in merito. 
La paura nel fare l'ultima mossa non può che essere il riflesso fisiologico del mio organismo in risposta a un terribile pensiero: l'idea di abbandonare una volta per tutte un'arma incredibilmente efficace nel sollevarmi il morale, splendida quanto sottovalutata, gioiosa quanto terribile.
Io non voglio rinunciare a essa, non sono ancora pronto! Il tempo della resa dei conti finale si avvicina però inesorabile, e non c'è più nulla da fare per rimandare indietro il corso degli eventi.
Cosa fare allora? 
Aspettare un segno, e coglierlo nel momento in cui esso arriva per dare un degno epilogo a questa vicenda.
Scrivo le mie memorie qua, caro lettore, perchè è giusto che gli altri sappiano che l'input è stato recepito, e che nulla sarà più come prima.

Mio fratello ha appena deciso di non entrare più su facebook, e per controbilanciare la perdita degli imminenti auguri ricevuti online ho deciso di modificare la mia data di nascita per l'ultima volta consentita, per rendere me e mio fratello minore nati lo stesso giorno dello stesso mese e dello stesso anno, e per essere festeggiati anche negli anni a venire lo stesso giorno: uno in maniera legittima, l'altro da impostore. Caro fratellino, gli auguri da parte di perfetti sconosciuti caduti nel vile tranello saranno il mio regalo di compleanno per te! <3 <3 <3
Cosa dire di me invece? Compierò secondo facebook la quarta volta gli anni durante il 2014: già ho compiuto due volte 24 anni e una volta 92 anni. Rimanendo obiettivi, temo però che sia improbabile che non venga smascherata la truffa... Vabbè: se mi mandate a fanculo diciamo che di certo non si può dire che non me lo sia meritato.

martedì 26 agosto 2014

La mia prima consulenza puccipù

Quest'estate, durante una passeggiata lungo una via di Parigi, ho avuto il piacere di vedere un ratto grande più o meno quanto il mio avambraccio correre al chiaro di luna sul marciapiede. Premettendo che l'avvistamento non è avvenuto mentre mi trovavo in una banlieue/discarica/zona particolarmente disagiata, ma a due passi da Rue de Montparnasse, e che l'agile roditore sembrava provenire da un punto della strada curiosamente occupato da un barbone sdraiato per terra, l'evento ha inizialmente suscitato un banale ribrezzo misto a stupore: in passato avevo sentito elencare più volte e da più persone diverse presunte caratteristiche in comune tra Parigi e Palermo, ma non sapevo che tra queste andasse inclusa pure la cavalcata di animali immondi per le vie del centro (nel capoluogo siciliano ebbi la fortuna di assistere qualche tempo fa a una corsetta blanda di un ratto munito di coppola e cannolo a due passi dal Politeama).

Domanda: questo genere di eventi può cambiare una vacanza?
Risposta: sì, e non solo una vacanza... Questo genere di eventi può cambiare addirttura una vita!!!!!

La vita regala momenti poetici, e l'arte ha il compito di amplificarli e renderli ancora più magnifici: ah, se solo la visione del ratto parigino fosse stata accompagnata dalle note musicali di "La vie en rose"...


Eh sì, caro lettore! Devi sapere che il sottoscritto sta per gonfiare a dismisura il suo conto in banca, e le fortune che sta per costruire derivano in gran parte dal <3 ratto <3 corridore parigino. Come è possibile tutto questo? Ecco servita la spiegazione.

Tutti i cartoni animati visti sin da bambino mi hanno assicurato un lavaggio del cervello di livello ottimale, cosicchè quando penso a un animale, escluse naturalmente certe ripugnanti eccezioni

Qui ci sta bene un "Jingle bells, jingle bells, jingle all the way, anurraidemizzurrai enduansoloversleig, oh!"

come la pupa del punteruolo rosso della palma che adesso anche voi avete imparato ad aborrire... Sì, quando penso a un animale lo immagino nella sua versione disegnata, renderizzata o comunque approvata da Disney, Moige e melevisioni varie: in questo modo, quando io e la mia ragazza rielaborammo l'esperienza appena vissuta, parlando del ratto io pensavo non a lui,

"Love me tender, love me sweet, never let me go"
ma a lui,
"Yo, I'll tell you what I want, what I really really want" "So tell me what you want, what you really really want!"


no, scusate, volevo dire LUI:

"Sono un ragazzo fortunato, perchè mi hanno regalato un sogno..."
Curiosamente Ratatouille è parigino, e non serve essere un membro del Bilderberg per giungere alla seguente conclusione: nel 2007 la Disney Pixar, essendo evidentemente a corto di idee per il suo nuovo film di animazione, ha pensato bene di sfruttare l'infestatore per eccellenza della capitale della Francia per farne il protagonista di una storia che se ne catastrafotte di tutte le norme di igiene esistenti ad oggi... E questa scelta le ha permesso di sbancare il botteghino in tutto il mondo!

Se quindi un ratto con l'intestino in balia di vermi e putridume diventa chef in un ristorante europeo, non vedo perchè la Disney Pixar non debba tenere in considerazione le mie tre bozze di sceneggiatura aventi come soggetti parassiti cittadini e riempirmi le tasche di denaro sonante. Vi do qualche soffiata, in esclusiva solo su "Sul perchè mi faccio crescere i baffi":

-A Milano uno scarafaggio sogna di aprire una filiale di Tecnocasa in corso Buenos Aires, ma la crisi economica e l'incapacità di parlare qualsiasi lingua umana metteranno qualche freno al suo desiderio.
Devo ancora strutturare il proseguimento della vicenda, ma la storia finisce che lo scarafaggio capisce che il linguaggio dell'amore è universale, e parlando col cuore riuscirà a farsi concedere i permessi da Pisapia e a affittare case nella città della Madonnina.

"E sarai un uomo veloce come è veloce il vento, e sarai un uomo vero senza timori, e sarai potente come un vulcano attivo, quell'uomo sarai che adesso non sei tuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu" 
-Sempre a Milano, un film che tratta il tema dell'immigrazione: una blatta disegna abiti per il suo piccolo marchio familiare, ma gli affari subiscono un grosso arresto quando apre un negozio gestito da bachi da seta senza permesso di soggiorno: il problema è che i nuovi arrivati copiano i vestiti della nostra beniamina e producono i capi d'abbigliamento grazie a manodopera a bassissimo costo non in regola. Inoltre, lavorando senza emettere alcuno scontrino e con il sostegno economico della Triade, i bachi da seta espandono velocemente i loro guadagni, mentre la disperata protagonista decide in concerto con la sua famiglia di dare fuoco alla sua bottega per recuperare qualche soldo tramite l'assicurazione per l'incendio. Succede poi che la blatta si vede negare un prestito dalla banca, ci scappa qualche morto da ambo le parti, le mafie si spartiscono il bottino e poi tutti si ricordano che gli insetti mangiano marciume e non se ne fanno niente dei soldi e dei vestiti, decidendo così di diventare tutti amici condividendo i propri rigurgiti e nutrendosi di essi.


"Le domeniche d'Agosto quanta neve che cadrà, e il parcheggiatore innamorato che verrà, nel mio cuore si sistemerà"

-Storia ambientata a Palermo: il protagonista un parcheggiatore abusivo che, tra una minaccia e una riscossione, sogna di vincere il premio letterario "Mondello" grazie ai brani delle canzoni neomelodiche che compone di sua mano. Nel frattempo arrotonda lo stipendio con qualche estorsione e rapina a mano armata e si gode la sua vita da impunito, ma all'improvviso l'Italia si ricorda di essere uno Stato intransigente con l'illegalità e decide di arrestare lui e tutti gli altri suoi colleghi. La condanna: un eterno versamento di contributi all'Ispettorato delle Tasse.
Per quest'ultimo film temo di doverci lavorare ancora un pò: dal finale appare chiaro che si tratta di un film di fantascienza, ragion per cui andrebbero aggiunti qua e là astronavi e alieni.

domenica 24 agosto 2014

Centrare il punto

Ci tenevo a riportare una citazione letteraria che mi ha particolarmente divertito, ma mi sono venuti alcuni dubbi a riguardo: ho paura che ciò farebbe di me una di quelle persone che cercano di giustificare una presunta superiorità intellettuale grazie a riferimenti culturali random.

Volevo condividere sul blog la citazione perchè la ritengo meritevole di essere letta, anche se forse consigliare di leggere la chiusa di un racconto assai apprezzato è un pò pretenzioso: in fondo, chi sono io per dire cosa è meritevole di essere riportato all'attenzione altrui e cosa no? Mi dico che al lettore probabilmente piacerà come è piaciuto a me, ma con che cognizione di causa posso arrivare a questa conclusione? è sensato apprezzare particolarmente una certa cosa e per questo considerarla bella anche secondo gli altri, come se il proprio gusto si fosse trasformato improvvisamente in un punto di vista oggettivo? Sulla base di queste considerazioni, mi pare chiaro che condividere un passo di un racconto equivale a riconoscere implicitamente la mia superiorità  nel sapere individuare ciò che è prezioso. In pratica, ho paura che condividendo una citazione letteraria vi stia in realtà dicendo: "Le citazioni che siete soliti fare, sempre se ne fate, non sono degne manco di stare dentro un Twilight o un 50 sfumature di grigio... Inginocchiatevi piuttosto alla mia essenza pregna di poesia e conoscenza, schifose merde!"

...

Ma che razza di persona sono??

Tutto questo è particolarmente imbarazzante: in pratica se voglio citare l'epilogo di questo dannato romanzo è come se stessi giustificando il fatto di essere uno stronzo con la puzza sotto il naso!! Appena lo viene a sapere mia mamma che razza di figlio si ritrova...

Che vergogna.

Mamma, a proposito di questo, sono mortificato perchè non te lo meritavi uno come me, ma vorrei giustificare la mia condotta da vanaglorioso. Avere la puzza sotto il naso comporta di certo molti aspetti negativi nelle relazioni interpersonali, e non nego di rimpiangere quel maledetto momento, IL maledetto momento in cui ho fatto la mia scelta: quando ho deciso di diventare uno stronzo per mezzo di una citazione letteraria, non pensavo a quanto dolore potessi darti e di questo non posso fare altro che chiederti scusa, cara mamma.
Mamma! L'onta è grande, ma il fallimento non è tuo, e non è nemmeno totale. Io sono uno stronzo con la puzza sotto il naso perchè ho la fortuna di avercelo, un naso: questo è tutto fuorchè scontato, perchè per esempio quel personaggio di quel suddetto racconto con quell'epilogo particolare non poteva dire lo stesso di sè.
Uno stronzo altezzoso è pur sempre meglio di uno stronzo come tanti altri, e tu hai fatto quanto hai potuto. Poteva andare meglio? Decisamente! Potevo evitare di avere quella sciagurata idea alla base della mia disfatta, è vero... Ma poteva anche andare peggio, e per questo motivo non posso fare altro se non ringraziarti per avere tappato le falle del mio carattere e avermi almeno garantito un naso.


Leggere quanto scritto finora vi ha fatto pensare almeno una volta a una cosa del tipo "Ma che razza di intervento è questo?", ma soprattutto vi è venuto in mente qualcosa del tipo "C'era bisogno di un post del genere per aggiornare un blog fermo da mesi?"
Se è così, ottimo!Vuol dire che ho centrato il punto.



L'epilogo de "Il naso", un racconto del russo Gogol', uno scrittore dal particolare senso dell'umorismo che non so quanto abbia apprezzato l'essere stato tumulato vivo, è il seguente:
"... Ma la cosa più strana, incomprensibile, è come gli autori possano scegliere simili soggetti. Lo ammetto, ciò è proprio inconcepibile, questo decisamente... No, no, non lo comprendo affatto. In primo luogo, non ne viene assolutamente alcun utile alla patria; in secondo luogo... Ma anche in secondo luogo non c'è nessun utile. Semplicemente io non so che cosa voglia dire tutto questo... E tuttavia, nonostante ciò, si può certamente ammettere e l'una e l'altra cosa, e anche una terza, si può persino... Ma poi dov'è che non capitano assurdità? Eppure, comunque la giri, in tutto questo c'è davvero qualcosa. Checchè se ne dica, simili eventi capitano a questo mondo; raramente, ma capitano."

martedì 17 giugno 2014

Fate girare, è importante

Sono stanco di certa gente che si lamenta di hipster-Mazzocchi solo perché non ha mai commentato una partita con Salvatore Bagni, ovvero il luminare che sta ancora imparando quanti 0 vanno messi davanti a un'unità per fare il milione.


Perché mi sono lasciato andare a questo sfogo?
Mi ha appena chiamato un poco stiloso Ivan Zazzaroni su Viber.






Lo strumento che permetterà al piccolo Salvatore di calcolare il giusto valore di Emiliano Viviano e riottenere il posto di lavoro da  consulente di mercato del Bologna va a energia solare e su ogni pallina c'è scritto "Say no to racism", ma attento: più lo usi più 0 rischiano di scomparire dal tuo conto!

venerdì 13 giugno 2014

Baffee & TV #3

Dopo avere finalmente scoperto come si balla la lambada, ci tenevo a farvi sapere che per me esistono ed esisteranno sempre 3 certezze imperiture legate alla televisione:

    1. Il fototipo di Carlo Conti;
    2. Vecchi da casa che non sanno cosa dire quando vengono chiamati per un gioco a premi da Giancarlo Magalli o chi per lui;
    3. Marco Mazzocchi che commenta situazioni a caso e lascia intendere che, se solo le costumiste di RaiSport glielo permettessero, darebbe maggiore spazio in diretta televisiva al suo lato metrosexual.

mercoledì 21 maggio 2014

Baffee & TV #2

Milano (PT), 21 Maggio 2030.

Cari figli miei, vi ho riuniti qui sul divano perchè...


Piume delle mie piume, guardate che oggi non vi parlerò di come ho incontrato mammuccia bella del cuore, quindi troncate subito con questa musica, please.
Ciò su cui volevo spendere qualche parola invece riguarda...




Pargolucci miei, rugiade mattutine dell'amore, dolcetti della valle sbirulina: avete sbagliato anche stavolta ritmo. Oggi infatti non vi parlerò perchè nell'Autunno 2013 mi feci crescere i baffi, ragion per cui vi devo chiedere di rasare subito questa melodia. E nessuna vendetta vera, per favore.
Quello di cui vi parlerò oggi è il mio rapporto con la serie "How I met your mother".


(quanto è sgranato questo fotogramma?)

Cioccolatini fatati, effettivamente la sigla di apertura della serie è compatibile con l'argomento da trattare, e di questo ne sono felice. Ciò che mi lascia un tantino confuso è un'altra cosa: questa canzone poteva andare bene anche se vi avessi parlato del mio primo incontro con la vostra mammina bellina tortellina, eppure avete preferito sbilanciarvi con una canzone romantica di Taylor Swift. Ora che ci penso, usare la sigla nel primo caso vi avrebbe precluso la possibilità di sfruttarla se effettivamente avessi parlato di "How I met your mother" intesa come serie. La vostra valutazione è stata veramente arguta, e mi sento in dovere di complimentarvi con voi: figlioli miei, allora non è vero che siete scemi!!!!!

Dovete sapere che ho sempre seguito la serie "How I met your mother" in maniera discontinua. Forse era colpa della Fox e/o di Italia 1 che forse trasmettevano le puntate senza alcun criterio cronologico, ma non so dare una argomentazione valida a riguardo perchè raramente ho visto più di due puntate di fila. Parlando per pregiudizi e impressioni personali, se Italia 1 magari se la sfangava in qualche modo rispettando l'ordine degli episodi, sono quasi sicuro che Fox seguisse il modello dell'entropia in materia di palinsesti televisivi. 
In ogni caso, dal 19 Maggio 2014 decisi di vedere tutte le puntate a partire dal primo episodio della prima stagione perchè, seppur non avessi mai avuto un'idea precisa sullo sviluppo della trama, le singole puntate mi avevano sempre divertito molto. Inoltre, dopo avere visto "True detective" sentivo proprio il bisogno di seguire una serie un tantinello più leggera, e questa faceva proprio al caso mio. 

Io non lo sapevo, ma dopo avrei recuperato un'altra serie comica che mi aveva consigliato zio Leo con Robin Williams come protagonista... Ma questa è un'altra storia:  la nostra storia è quella in cui mi comporto come il Ted del futuro per arrivare alle dovute conclusioni, per cui andiamo avanti.

Di che parlavamo? Di Taylor Swift che duettava con Trucebaldazzi ai tempi dell'Università? No? Scusate ragazzi, inizio a perdere colpi... Già! Ora mi ricordo di nuovo!
Vi stavo per dire che vedere dall'inizio "How I met your mother" si stava rivelando un'esperienza molto piacevole. Oltre agli immancabili e irresistibili sketch, finalmente riuscivo a cogliere dei riferimenti altrimenti indecifrabili senza avere visto le prime puntate, e così l'impressione che fosse una produzione molto curata diventava sempre più forte. Facendo un esempio: un trombone blu presente per pochi fotogrammi  in un certo episodio assumeva tutt'altra importanza dopo avere visto la prima puntata!

Ciò che è veramente curioso, ed è il motivo per cui alla fine vi sto parlando, è che nelle canzoni che ascoltavo di più in quei giorni ritrovavo un legame con la serie. Ora vi faccio qualche esempio, almeno le potrete apprezzare pure voi, smettendola magari di sentire questi generi da rincoglioniti che tanto piacciono a voi teenager di inizio anni '30.



Articolo 31 - Senza dubbio

Ero proprio in fissa per questa canzone, c'è poco da dire! Non mi dilungherò troppo sul video, le cui scelte stilistiche ricordano quelle dei RHCP di Dani California, tanto per fare un complimento a caso a un certo zarro che canta. Voglio invece spendere due parole sul testo: è una sorta di dichiarazione che fa J-Ax all'amata in cui contrappone lui, i suoi limiti e i suoi scheletri nell'armadio a un fantomatico rivale (all'apparenza) perfetto. Alla fine le fa capire che se sulla carta non sembra esserci storia, in realtà quello da scegliere è proprio lui, il coach di "The voice", perchè è disposto a tutto per lei, e darebbe il meglio di sè per farla felice: senza dubbio, per J-Ax lei non è un mero trofeo. 
Tutto questo lo ricollegavo alla dichiarazione che Ted fa nel primo episodio a Robin alla fine della prima puntata... Con i dovuti distinguo, naturalmente (Ted non sembra uscito da un centro sociale e non ha tentato il suicidio).


The Stone Roses - Fools gold

Avevo scoperto questo gruppo grazie a un post su pensieri cannibali, che all'epoca era il più divertente blogger cinematografico italiano: vi sembrerà strano, ma a quei tempi il cyborg noto col nome di Raffaella Carrà non aveva ancora un suo sito di recensioni di film, e l'epoca del dominio di tucatuca.com ai danni di una concorrenza annientata non era ancora sopraggiunta. Per fortuna si riusciva ancora a leggere cose simpatiche su Internet!
Questa canzone in particolare me la fece scoprire zio Bob, che di musica ne capisce molto più di me: infatti ho molto apprezzato il pezzo dal primo ascolto, nonostante la lunghezza possa sembrare proibitiva. Ho quindi fatto sentire "Fools gold" alla mia ragazza (la vostra futura mamma) durante una puntata di "How I met your mother" che avevo già visto in passato... Purtroppo la personalità e il ritmo degli Stone Roses l'hanno lasciata un tantino indifferente. Non ditelo a mammina pasticcina, mi raccomando!


Florence & The Machine - Shake it out

Non fate caso allo zio Matteo che al solo sentire il nome "Florence" si è messo alla ricerca di telecamere che ruotano a 360°C: questa è un'altra storia meritevole di querela per tutti noi, ragion per cui non faremo più alcun riferimento a riguardo. Sentite piuttosto questa canzone, sfruttata nel finale di una puntata abbastanza importante della serie: Florence Welch ha interpretato un gran numero di pezzi emozionanti, capaci di dare vita a un'atmosfera che non riesco a definire in nessun altro modo se non magnifica. Se potessi tornare indietro nel tempo, figlioli miei, impedirei al me stesso del passato di barattare il mio biglietto per il suo concerto con quello per Clementino. Ecco, magari di Clementino e di zio Genny 'a carogna ne parliamo la prossima volta.

lunedì 19 maggio 2014

La metro delle 8,57 (I)


La fermata "Loreto" della metropolitana di Milano è lo snodo tra le due principali linee della città, M1 e M2. Non è l'unica fermata comune alle linee Verde e  Rossa (l'altra è Cadorna, che è pure stazione ferroviaria), ma assume un ruolo fondamentale per chi abita nella zona centro-orientale di Milano perchè il più delle volte rappresenta uno spartiacque decisivo tra centro e periferia, lavoro e domicilio, dovere e piacere. Volenti o nolenti, una discreta fetta di Milanesi si ritrova a passare da Loreto per i più disparati motivi nel corso della giornata. Nel mio caso Loreto è la fermata che mi consente di accedere alla M2 e arrivare in Università, ma qual è il prezzo da scontare per un servizio così utile?

Prendere la metro a Loreto è un disastro durante le ore di punta. La situazione probabilmente non è facilitata dallo svegliarsi all'ultimo momento, senza contare che sicuramente hai un problema se una morte rapida e indolore sotto il calore delle coperte rappresenti l'unica alternativa ragionevole all'alzarti dal letto, prepararti per arrivare (in ritardo) a una lezione che non puoi perdere assolutamente per questioni di frequenza, e di cui magari non te ne frega nulla. Per farla breve, capisci bene che dovresti smetterla di fare le ore piccole per i più svariati e idioti motivi, e che svegliarsi a orari più decenti per fare le cose con calma ti permetterebbe di gustare la tua tazza di latte a lunga conservazione abbastanza lentamente dall'evitarti attacchi di meteorismo fulminante e flatulenza fragorosa come invece ti capita ogni mattina.

Il pendolare della M2 può essere definito una sorta di reduce di guerra dei nostri giorni. Stare dentro un vagone in cui sei stipato come una sardina, venire minacciato da persone che pensano di stare per essere derubate da te, minacciare persone che pensi stiano per derubarti, illudersi di trovare un posto a sedere per la prima volta dall'inizio del 2014, subire decine di pestoni al mese senza nemmeno ottenere uno scusa in cambio e ascoltare ripetuti messaggi del personale dell'ATM che ti intima di non forzare l'ingresso alla metro pena un bel nulla sono esperienze traumatiche che ti hanno reso un cane rabbioso. Non è quindi un caso se gli altri passeggeri della metro non vengono più visti come compagni di sventura in mezzo al puzzo e alle scomodità, bensì avversari temibili nella lotta al prossimo posto a sedere che si libererà. Si tratta di uno scontro inutile, considerato che a Cimiano quasi tutti i pendolari dell'ultimo vagone scenderanno lasciando vacante gran parte dei posti a sedere, ma questo non è poi così importante: quello che conta veramente è continuare a digrignare i denti e mostrare i canini al prossimo... Almeno fino a quando non incrocerai lo sguardo di una persona conosciuta e, facendo buon viso a cattivo gioco, sarai costretto a rispolverare le buone maniere mentre col piede, senza farti notare troppo, fratturi un metatarso allo stronzo che è salito all'ultima fermata che ti ha appena rubato lo spazio vitale da poco riconquistato.

Fortunatamente, esistono delle vie di fuga per sottrarsi alle continue violazioni dei diritti dell'uomo in metropolitana:
a) Andare a lavoro in macchina e comportarsi come una bestia dentro l'abitacolo. È vero che perderai la salute a furia di imprecare per il traffico/parcheggio/pedone, almeno sarà un triste spettacolo senza testimoni sgraditi, e il rischio di risse (incluse le colluttazioni in cui partecipi da solo contro te stesso dopo avere sbagliato strada) è decisamente minore.
b) Andare a lavoro in bicicletta, morendo investito da un mezzo pubblico a un certo punto del tragitto.
c) Non andare a lavoro.
d) Andarsene affanculo.

Io non ero molto convinto da queste alternative, ragion per cui avevo accettato mestamente il mio destino da gladiatore mattutino con i piedi spezzati, convinto di dovere battibeccare, grugnire e intimare per il resto dei miei giorni sui mezzi pubblici: in poche parole, ero disperato. Per fortuna mia, questa disperazione dipendeva dal fatto che non ero ancora venuto a conoscenza della metro delle 8,57.

domenica 11 maggio 2014

Pure questa no, cazzo...

"Baffo, la vuoi sapere una cosa?"
"Spara."
"Stanotte in dormiveglia ho visto il mezzobusto di una vecchia che volava per la stanza..."
"..."
"... E non è finita qui: la vuoi sapere la cosa peggiore?"
"Dimmi..."
"La mezza vecchia era nuda."

Se l'ottimismo è il profumo della vita, chissà che odore emana quella mia e di Bob tra Lapitch, video di Diprè, smalti con cazzetti stilizzati sui pollici, compleanni fasulli e fantasmi troncati a metà che si aggirano per la casa con il moto di un palloncino bucato.

venerdì 9 maggio 2014

L'amore ai tempi del pollo alla birra con straccetti di bacon alla senape (seconda parte)

Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm!!!!!!!!

Ragazzi, che liberazione non sentirsi più obbligati a nascondersi! Non potete capire che settimane pazzesche ho passato ai fornelli: soffriggi qui, arrostisci là, pettina in giù, condisci su, sala questo, pepa quello, sbutrìa quell'altro... In cucina me la sono proprio spassata! E, come se tutto questo non fosse bastato a rendermi già entusiasta e felice, c'è pure la ciliegina sulla torta: tutte le mie delizie sono state immortalate su Instagram come sognavo da tempo, e adesso potrete ammirarle ogni volta che vorrete! Ma bando alle ciance, attivate le vostre ghiandole sudoripare, ops!, intendevo salivarie, seguitemi su Instagram (il mio profilo si chiama torinoprimacapitaledelregno, vi aspetto!) e slurpiamoci virtualmente alcune delle mie creazioni...

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lunedì 5 maggio 2014

"La Difesa a Genny 'a carogna", 'nu mappazzone firmato da quel fradicio canazzo di bancata di Baffetto 'u mariuolo

Genny 'a carogna, guarda un pò cosa ti hanno combinato.

Tu, oh fomentatore di personalità poliedriche, oh guida illuminata di elementi di spicco della cultura del nostro Paese, oh alfiere dell'Italia che funziona, tu, proprio tu!, ti vedi tirare in ballo da stolti i cui unici piaceri nella vita consistono nel citare a sproposito di David Foster Wallace e accanirsi sterilmente con cadenza periodica sul malgoverno italiano dei nostri tempi.

Stai calmo Genny: evita di sfogare la rabbia con la violenza (me l'hai insegnato tu tante volte del resto), e ricordati che dei due biglietti per gli Arcade Fire che ho comprato uno lo prometto a te... Buon compleanno!

Mi spiace per te, grande leader dal cuore gentile, e per il tuo CV, macchiato ingiustamente a causa di uno stupido qui pro quo.
Mi spiace per il tuo amato padre, nominato dai mass media solo per screditarti agli occhi dell'opinione pubblica: del resto dalla feccia è lecito aspettarsi il peggio... Perchè si badi bene: presunto camorrista NON è la stessa cosa di camorrista, proprio no! Sono cose diametralmente opposte, non lasciamoci confondere dalla malainformazione: del resto, in fondo siamo un pò tutti presunti <3 camorristi <3
E, diciamolo pure, non c'è nessun male nell'essere figlio di un presunto affiliato a un'organizzazione storica presente da oltre 150 anni e ampiamente radicata nel territorio, un'organizzazione che fa parte della nostra Storia di Italiani. Genny, te lo dico io, chi ti invidia non ha la fortuna di avere ascendenze blasonate come la tua!

Il problema di fondo, caro Genny mio, è però un altro (e qui si ritorna al discorso del qui pro quo  accennato poco prima): essere accusati di stare dalla parte sbagliata è orribile, soprattutto se si è innocenti, ancora peggio se vieni attaccato per avere prestato un servizio alla società. Questo è il tuo caso, e io lo so perchè ti conosco bene; purtroppo non molti di quelli che hanno sproloquiato in merito ai fatti dell'Olimpico possono dire lo stesso, ragion per cui mi sento in dovere di spiegare ai miei lettori quanto accaduto.

Il buon Genny 'a carogna è soprannominato in questo modo perchè una carogna da mangiare (intesa come filetto di chianina) la trova sempre per i bambini dell'orfanotrofio. Inoltre al pio Genny il calcio manco piace (all'elegante Genny piace, e assai, il tennis): l'onesto Genny va allo stadio solo per lavoro, essendo un poliglotta sopraffino nonchè uno dei migliori traduttori napoletano-italiano dei nostri tempi, e i poliziotti avevano bisogno della sua intermediazione per spiegare ai gentiluomini napoletani un evento imperdibile. Detta in due parole, dopo la partita sarebbe stata assai gradita la loro presenza per l'apertura straordinaria della mostra su Frida Kahlo alle Scuderie del Quirinale.
Per quanto riguarda la maglietta con scritto "Speziale libero", non fraintendete il suo senso: il dotto Genny è un appassionato di preparati galenici. La sofferenza nel vedere che ci sono molte, troppe limitazioni nel poterle produrre è tale che un giorno ha sbottato e ha provato a chiamare Papa Francesco per avere rassicurazioni. Siccome non ci è riuscito, ha deciso di fare una maglietta che in poche parole riassumesse il dramma del farmacista, che anticamente era un pò speziale pure lui: attenzione, non nel senso che ammazzava esponenti delle forze dell'ordine dopo la sconfitta in un derby, ma perchè coltivava e preparava i medicamenti da sè (quando ancora non esistevano le Big Pharma e le lobby del farmaco insomma). Non deve essere del resto facile essere imbrigliati in così tante norme di sicurezza ed essere obbligati a degli standard qualitativi talmente elevati dal rendere impossibile il guadagno dalla vendita dei preparati galenici, e così le parole "Speziale libero" sintetizzano un concetto che nessuna persona intelligente si permetterebbe di criticare aspramente.
Che poi dietro sia anche scritto qualcosa come "Ultras liberi" o "Vai in mona" o quel che era non ci deve interessare: il povero Genny tutto quello che ha se lo toglie di bocca per sfamare i più sfortunati, e beneficiando dei vestiti raccolti dai cassoni della Caritas è normale che faccia poco caso a certi dettagli futili come una scritta a malapena leggibile sulla maglietta che vede stampata la tua battaglia individuale. 
Ecco, se c'è una sola colpa che potremmo imputare a Genny (e, se vogliamo, a buona parte degli ergastolani italiani), questa sarebbe l'ingenuità.

Insomma Genny, carogna democratica dei nostri tempi, è giunto il momento di rendere pan per focaccia e dimenticare per un momento il tuo savoir faire elegante: non ti curar di loro, ma guarda il DASPO che hai ricevuto nel frattempo, futtitinne e passa i tornelli allo stadio con un bel bastone di castagno della tua collezione di armi bianche improvvisate... E comportati secondo i presunti sacri dettami della tua Famiglia: fatti giustizia da solo e frattura il cranio a tutti quanti i tuoi detrattori!

Tu sei buono e ti tirano le pietre. 
Sei cattivo e ti tirano le pietre. 
Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, 
sempre pietre in faccia prenderai.
[Il sempre saltellante Antoine]

lunedì 28 aprile 2014

Baffic moments #3

Lo stato d'animo di chi si trova in vacanza all'estero insieme agli amici è impareggiabile; siccome più o meno tutti sanno di cosa sto parlando, non mi dilungherò ulteriormente su questo concetto.
Ci tengo solo a puntualizzare che solo in questi intensi momenti di giubilo ti puoi ritrovare a fare un'osservazione spiritosa a cena e riderne sguaiatamente con i tuoi compagni di viaggio e il cameriere, salvo poi ricordarti che la tua burla non era farina del tuo sacco, ma era stata riciclata da una battuta fatta da un prete poche ore prima dentro la cattedrale di Varsavia.

La morale di questa storia è che nella vita è sempre possibile fare qualcosa di inaccessibile ai più per poterlo poi raccontare sentendoci speciali: insomma, se al momento sei impossibilitato a vivere esperienze indimenticabili in altri continenti o a primeggiare nel tuo lavoro a livello mondiale, o ancora se non te la senti di impegnarti per risolvere una volta per tutte piaghe come il razzismo o la povertà... Beh, puoi sempre riciclare una battuta di un prete o di qualche altro professionista appartenente a una categoria di lavoratori con un senso dell'umorismo ampiamente sottovalutato. Questo è solo un consiglio spassionato, ma può andare bene tutto: per esempio, se sei un amante delle emozioni forti e vuoi morire in autostrada mentre ti scatti un selfie al ritmo di "Happy", il risultato è comunque garantito!

mercoledì 16 aprile 2014

De Cabello et de omissis rerum

Io sono dell'idea che certi avvenimenti e certe situazioni importanti in cui ci troviamo nella vita, a prescindere da quanto siano intense e belle, è giusto che rimangano fatti privati: secondo me i segreti non possono e non devono essere necessariamente solo eventi che hanno condizionato negativamente le nostre esistenze, ma anche momenti di felicità che solo chi veramente ti conosce e ti apprezza deve avere il piacere di sapere. Inoltre, è più facile che qualcosa di personale rasenti il ridicolo agli occhi di un estraneo, e soprattutto si corre il rischio di mettere in cattiva luce chi ha condiviso con te l'importante esperienza che ti ha cambiato il tuo umore...
Riassunto in due(cento) parole: se tu, ignoto lettore di questo blog, ci tieni particolarmente a farci sapere tramite il tuo profilo su facebook che sei andato nel nuovo ristorante di Cracco, hai trovato l'occasione per scrivere per l'ennesima volta la lussuriosa parola preceduta da un cancelletto (preferisco non nominarla esplicitamente, il suo potere è talmente grande che ho paura di esserne chiaramente influenzato) e quando Cracco in persona ti ha servito la cena hai vomitato dall'emozione sul vestito di tua madre perchè non pensavi di avere mai visto una bellezza così incredibile al tuorlo d'uovo-marinato... Beh, sì insomma, io eviterei fossi in te.

D'altro canto, mi duole dirmi che c'è un però in questo ragionamento. Mi duole dirmelo a prescindere, perchè significa che è come se stessi discutendo da solo e non credo che dal punto di vista psichiatrico sia il massimo della vita (cazzo, senza volerlo vi ho detto il mio segreto che sono pazzo).

L'obiezione che mi faccio da solo è che scrivo in questo blog sotto pseudonimo, ragion per cui, se facessi finta di non sapere che in realtà gran parte dei lettori di "Sul perchè mi faccio crescere i baffi" sono al corrente di quello che combino nel mondo in quanto miei amici, potrei benissimo scrivere un post su una recente esperienza che mi ha aperto il cuore e che merita di essere condivisa... Devo dire però che non ho assolutamente voglia di sbilanciarmi troppo e raccontare nei particolari quanto capitatomi: caspita, è così difficile fare la scelta giusta in questa situazione!

Vabbè, mi sa che ci provo comunque limitandomi a raccontare solo lo stretto indispensabile.

INIZIO DEL BEL MOMENTO CHE MI HA CAMBIATO LA GIORNATA.
Esattamente    giorni fa sono uscito con                       per andare a                         . Devo dire che la compagnia era ottima (chi conosce                       sa bene di cosa sto parlando) e questo ha di certo aiutato le cose, ma sono sicuro che la                                      sia stata molto emozionante pure dal punto di vista oggettivo, e mi ha ricordato perchè è così bello sentirsi                    : non mi era mai capitato di trovare una partecipazione di questo tipo, e non mi aspettavo che certe cose potessero succedere ancora in Italia... Raramente mi era capitato di sentire la                                 una vera e propria festa, ed è stato bellissimo! Mi sono sentito di nuovo come quando ero bambino e                                                                                                          , e ho provato grande gioia quando quelli del                       hanno iniziato a                      , il tutto mentre mi continuava a cadere per terra                       (ne converrete con me, questo è un tantino imbarazzante). In ogni caso, in quei momenti ero proprio felice, e mi pareva che tutti quanti là dentro avessero messo da parte                       e                       per remare tutti insieme nella stessa direzione! La                                            è durata più del previsto, ma non è stato assolutamente un problema, perchè sapevo di stare facendo la cosa più giusta in quel momento (magari non tutti sono d'accordo su questo punto, io comunque rimango della mia idea); dopo                       abbiamo preso                           e siamo andati nella                       vicino casa di                                                                , che era piena di                                            e che ha messo alla prova la nostra pazienza perchè nessuno voleva                      . Alla fine, per fortuna, ci hanno                                      e, mentre soddisfavo il mio bisogno di             , è arrivata Victoria Cabello con due                                            grandi così, ha salutato                      , ha iniziato a                       e poi                                           . Dopo questo, abbiamo deciso di tornare a casa.
FINE DEL BEL MOMENTO CHE MI HA CAMBIATO LA GIORNATA.

lunedì 7 aprile 2014

Merdicina alternativa


CASO CLINICO N°1
"Salve dottore, vengo da lei perchè è un pò di tempo che provo una sensazione fastidiosa"
"Mi dica pure!"
"Ecco dottore, mi pare che negli ultimi giorni tutto quello che mi sta intorno giri vorticosamente mentre io resto fermo..."
"Da come me ne sta parlando mi sembra di capire che lei abbia delle vertigini di nuova insorgenza!"
"Ma è una cosa tanto grave?"
"Per carità! Un sacco di gente le sperimenta, non è mica un problema questo... Mi dica, lei fa parte della lobby delle banche per caso?"
"Ehm no dottore, sono un ex operaio in pensione... Scusi, ma questo cosa c'entra col mio fastidio?"
"Le dirò un segreto caro mio... I poteri marci c'entrano sempre! Comunque ho appurato che non ha microchip nel cervello, quindi può andare, è tutto a posto!"
"Scusi dottore, mi manda a casa senza prescrivermi nè farmi nulla?"
"Caro mio, mi è stato insegnato che la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare, quindi per quanto mi riguarda lei è più sano di me!"
"Ho capito dottore, vorrà dire che ci vedremo in Tribunale per omissione di soccorso."
"VAFFANCULO!!!!!!!1!!!!1!!!!1111!!!"

CASO CLINICO N°2
"Salve dottore, mi spiace se sono venuta senza appuntamento ma sono un pò preoccupata, da quando mi ha cambiato la terapia le mie glicemie sono alte, ho perso peso e mi pare di non avere più forza nelle gambe"
"Scusi signora, ma qual è il suo problema? Mi sta forse dicendo che non crede nella tisanoreica per la cura del diabete?"
"Non sto dicendo questo dottore! Però da quando ho smesso di fare le iniezioni di insulina mi pare di stare peggio, e come le ho detto i valori alle stelle mi preoccupano molto... Non voglio diventare cieca come il mio povero papà!"
"Ho capito signora, ho capito... Vorrà dire che alle tisane assoceremo qualche radice che magari abbia pure qualche altra proprietà miracolosa a caso, tipo anti cancro e anti aging le vanno bene?"
"Senta dottore, io le radici e le tisane non le voglio, voglio l'insulina!"
"Mi pare di avere sentito puzza di casta nelle sue parole... Mi dia subito la sua macchinetta per le glicemie, non le serve più quell'aggeggio!"
"Non ci provi dottore. Guardi che mio marito è prefetto, le conviene stare al suo posto e ripristinare le vecchie medicine sennò scatta subito la denuncia"
"AH HA! Allora ci avevo visto giusto!!! Stronza! Devi morire di diabete, tu e chi rappresenti nelle riunioni di loggia"
"Ho capito dottore, vorrà dire che ci vedremo in Tribunale per tentato omicidio"
"VAFFANCULO!!!!!!!1!!!!1!!!!1111!!!"

CASO CLINICO N°3
"Salve dottoressa! La chiamo perchè mia figlia Tenerasognatrice2012 ha un problemino"
"Suvvia, che sarà mai?"
"Eh non lo so dottoressa, però tre giorni fa le è comparsa una brutta tosse ed è diventata tutta rossa, e piangeva... Vedesse quanto piangeva! Io allora le ho preparato degli estratti di erbacce di campo dal mio orticello, come mi ha insegnato lei, ma continuava ad avere questa tosse..."
"Cos'ha fatto allora?"
"Eh ci sto arrivando, ma prima le volevo chiedere questo: non è che questo suo malanno sia dovuto al vaccino che non le ha voluto somministrare?"
"Macchè! I vaccini sono veleno: preferisce che Tenerasognatrice2012 soffra di una temprante febbriciattola una tantum o che abbia l'autismo e le urli contro e le rovini il resto dei weekend della sua vita?"
"Certo dottoressa, sono d'accordo con lei, è che mi era venuto quel dubbio..."
"Non si preoccupi! Mi dica piuttosto il resto della storia, vediamo cosa si può fare!"
"Eh, in pratica gliel'ho detto, questa tosse non passava, ho provato pure con le foglie di Ficus benjamin del cortile, le ho passato persino del terriccio sulle gengive ma nulla! Per questo motivo ho pensato che forse dormire nel giardino sul passeggino, giusto ora che sono i giorni della Merla, l'avrebbe temprata e riportata in salute più forte che mai!
"Brava signora! E ora come sta la bambina?"
"Non so dottoressa, sono almeno 12 ore che ha smesso di respirare, è grave secondo lei?"
"..."
"Dottoressa, mi dica qualcosa la prego! Inizio a essere preoccupata, nel giardino si stanno ammassando i corvi intorno al passeggino di Tenerasognatrice2012..."
"... Senta. Io non le ho mai detto di evitare i vaccini, nè ho mai avuto a che fare con Tenerasognatrice2012 nè con lei. In effetti è la prima volta che ci sentiamo al telefono, è così vero? Sì è così! Quindi, prima che mi rechi a Linate per il mio volo last minute alla volta di una località irraggiungibile per la Giustizia italiana, si ricordi queste mie parole: i vaccini servono a prevenire malattie potenzialmente fatali, gli effetti collaterali di grave entità si manifestano solo in una piccola percentuale di bambini vaccinati, così bassa che non si sa effettivamente se siano effetti collaterali o eventi indipendenti dalla vaccinazione, e che deve diffidare di chi propugna metodi alternativi non validati scientificamente. Non se la prenda con chi assume un atteggiamento intransigente nei confronti di questi millantatori, perchè a differenza di questi ultimi la comunità scientifica si basa su dati oggettivi e incontrovertibili che le danno tutte le ragioni per fare la voce grossa in capitolo e non accettare compromessi con questi imbroglioni: le panacee infallibili e senza effetti indesiderati non esistono! Chi le dice il contrario è ignorante o in malafede, e fa un danno non solo alla comunità scientifica ma all'intera società, creando contrasti che non sono supportati da un briciolo di dato oggettivo, e all'individuo, come nel caso suo e di sua figlia. Ecco, spero solo che quanto appena detto sia stato accuratamente registrato da chi di dovere... Hasta la vista"



Parliamoci chiaro: la Medicina non è una scienza esatta, e come tale le notizie non apparentemente spiegabili con i mezzi che abbiamo a disposizione sono tutto fuorchè rare (basti pensare ai trial di nuovi farmaci, che magari nel topo fanno guarire dal tumore al pancreas ma poi nell'uomo danno come effetto collaterale la combustione spontanea)... La Medicina non è infallibile, la Medicina è difficile! Detto questo, ciò non significa che ognuno di noi debba avere necessariamente voce in capitolo per criticare la nostra politica sanitaria: la somministrazione dei vaccini è giustificata dal rapporto rischi/benefici fortemente a favore di questi ultimi (in caso contrario, sono le scie chimiche o il virus della parotite la causa dell'infertilità più probabile in un giovane altrimenti sano?), e sentire che il pm di Trani no, non ci crede proprio all'ondata di articoli che smentivano la correlazione autismo/vaccino pubblicata sul "The lancet" e deve indagare lui, forte delle sue conoscenze in Epidemiologia, Immunopatologia e cazzi e mazzi vari, o che vogliano proporre l'abolizione dell'obbligatorietà per certi vaccini... Sinceramente, mi sta bene fino a un certo punto pensare che si tratta di andarsi a cercare nuovi e gravi problemi: questi sono ragionamenti criminali, nè più nè meno, e come tali andrebbero perseguiti. Va bene avere un'idea approssimativa delle cose, ma sostituirsi agli esperti in materia è indice di una decadenza che non dovrebbe appartenerci e che invece ci rappresenta in modo sempre più tragico.

domenica 6 aprile 2014

Fausto


Fausto, seppur lavorasse da anni in un'agenzia assicurativa, non aveva mai accantonato il sogno della sua vita, ovvero diventare un cantante poliedrico. Al solo pensiero di rinunciare a esibirsi di fronte al pubblico intonando il pezzo del momento rabbrividiva, anche perchè covava l'ambizione di partecipare a X Factor e vedere valorizzate le sue qualità canore una volta per tutte. Fausto sapeva di non essere più un giovincello, come testimoniato del resto dalla sua calvizie incipiente, e così, per nascondere la sua età anagrafica e risultare ancora accattivante al pubblico che conta, aveva deciso di dedicarsi alla palestra con ottimi risultati.
Fausto forse non lo sapeva, ma effettivamente assomigliava un pò a lui.


Quel Sabato sera Fausto era giù di morale.

Per lui la serata karaoke del Cristal rappresentava il top tra tutti gli eventi offerti dalla movida milanese in zona Navigli, ma alla prima esibizione provava la sgradevole sensazione di avere fatto cilecca. Fausto non era riuscito ad andare a tempo con la base musicale, e la canzone che aveva scelto per l'esibizione non aveva fatto breccia nel cuore del pubblico: probabilmente l'idea che un pezzo R'n'B mandasse in visibilio gli ascoltatori non era poi eccezionale come pareva all'inizio, soprattutto se si pensa che il suddetto brano fosse cantato originariamente da una donna nera del ghetto e interpretato per l'occasione da un calvo ancheggiante che non andava a ritmo con la parte strumentale.
Ciò per cui Fausto non si dava pace, però, era ben altro: gli animali da palcoscenico come lui sono abituati a fare il loro dovere fino al termine dell'esibizione, nel bene e nel male, ma lui si era ritrovato costretto, causa incomprensioni col deejay, a interrompere la performance subito dopo il primo ritornello. L'amarezza era grande, altamente difficile da sopportare per un tipo come lui. Fausto si sentiva delegittimato come un pivello qualsiasi, e meno male che c'era chi aveva fatto peggio di lui: un gruppo di ragazzi guidato da un giovane baffuto aveva steccato penosamente "Boyband" dei Velvet, e la piena indifferenza del pubblico alla conclusione del brano denotava un forte disprezzo che per la canzone da nera di Fausto fortunatamente era mancato... Ciò per Fausto significava molto: la serata fino a quel momento era stata deludente ma la strada per il successo forse non era ancora stata sbarrata.
Mentre Fausto continuava a riflettere sugli errori commessi sorseggiando mestamente un Sex on the beach, il deejay, vista la penuria di volontari, decise che era giunto il momento di chiamare nuovamente sul palco alcuni dei suoi pupilli, e dopo una emozionante performance di "I will always love you" eseguita in modo magistrale da una di loro, accadde qualcosa che andava oltre le più rosee previsioni di Fausto:

"Dai Fausto, vieni!!!!"

Fausto riuscì a contenere solo in parte la gioia per la chiamata (il deejay lo considerava ancora uno dei suoi favoriti!!) e scelse intelligentemente di cantare "Se telefonando" di Mina (il cui testo, per chi non lo sapesse, è stato scritto da Maurizio Costanzo aka De Castor): una hit italiana del passato di tale valore non poteva che incontrare i favori degli avventori del Cristal... E fu esattamente ciò che avvenne!!!!
Fausto, ben conscio di ciò che era in ballo durante quella performance, diede il meglio di sè: per chi lo conosceva bene la tensione dei suoi muscolazzi tradiva il suo timore di sbagliare, ma la sua interpretazione originale e accorata fece impazzire l'intero pubblico, che si mise a cantare con lui la canzone mentre lui ammaliava i suoi fan con la sua gioia e i suoi movimenti ancheggianti e li faceva definitivamente suoi simulando il doppio passo tanto caro a Ronaldo... Del resto, quella sera aveva sancito che il calciatore e Fausto erano accomunati dal fatto di essere entrambi dei Fenomeni nei rispettivi ambiti!
La performance fu un incantesimo, e fugacemente Fausto pensò che doveva essere stata una magia a rendere tutto così perfetto... Era tutto magnifico! Come una navigata rockstar riuscì a fare cantare a squarciagola l'ultimo ritornello al pubblico che lo aveva fatto sentire un dio, e mentre il suo sogno si rivelava realtà non riuscì a trattenere un'esultanza con tanto di urlo virile: aveva fatto centro, e che centro!
La canzone terminò, e partirono gli applausi scroscianti, e in Fausto l'esaltazione e la gioia crescevano, e tutti lo guardavano felici e gli sorridevano, e Fausto sorrideva di rimando a tutti e rideva di gusto e non capiva ormai più niente se non il fatto che mai aveva provato una felicità così pura, sì, Fausto era felice, Fausto era felice, FAUSTO ERA FELICE!

Fausto era ormai in estasi: nella sua mente non c'erano più passato o futuro, non polizze sulla vita già firmate nè da fare firmare, ma solo un presente incommensurabile da cantante capace di pervadere di entusiasmo qualsiasi cosa intorno a lui. Fausto, ormai liberatosi dai lacci del tempo, si guarda intorno, e vede i suoi amici che lo filmano, il deejay che gli fa un cenno di apprezzamento, ascolta gli applausi cercati per così tanti anni e mai trovati, e decide che non è più il caso di contenere la sua gioia.

Fausto inizia a saltare come un coniglietto.

Il pubblico non era abituato a reagire di fronte a un quarantenne muscoloso di almeno un metro e ottantacinque che rideva e saltava come un coniglietto, e così, non sapendo cosa cazzo fare, continuò a applaudire in maniera poco convinta per un altro pò e poi decise di chiuderla lì per l'imbarazzo, mentre il deejay sembrava poco turbato da tutto il quadro che si era andato a delineare mentre stringeva la mano al calvo saltellante. Il giovane baffuto e la sua compagnia di amici erano così stravolti che a uno di loro scoppiò un aneurisma nel cervello dall'emozione e morì sul colpo, ma tutto questo non era poi così importante, in fin dei conti. Ciò che contava veramente era una cosa sola...

... Fausto ce l'aveva fatta!