domenica 23 marzo 2014

L'amore ai tempi del pollo alla birra con straccetti di bacon alla senape (prima parte)

Tutti questi hashtag dedicati al cibo che fanno da didascalia a piatti in apparenza appetitosi mi danno sui nervi: mi agito ancora di più se penso che il mago dei fornelli della situazione possa essere in realtà un edulcoratore in canottiera capace di fotografare la pietanza da una posizione che non tradisca la presenza di schifezze incrostate sulla tovaglia, sacchetti della spazzatura attaccati alle sedie e piante morte sul sottofondo... Il che sarebbe, del resto, una situazione del tutto comparabile a quella mia se decidessi di fare un #instaporn dell'uovo strapazzato servito su piatto di plastica della Pam aka la mia cena.
EHEH! Scherzone! Suvvia, naturalmente scherzo: non sono negato in cucina, anzi! I miei cavalli da battaglia li ho, e sappiate che sono tanti, ma diciamo che se non ci sono ospiti o il deficit vitaminico di mio fratello non raggiunge valori particolarmente gravi non sono uno che si lascia assorbire molto del suo tempo dalla cucina, senza contare che non mi interesso della scenografia dei piatti che cucino: ecco, diciamo che non ho problemi ad abbellire le mie creazioni, sostanzialmente perchè non mi interessa mostrarle agli altri solo per ricevere futili apprezzamenti. In breve sono molto bravo, ma non sono interessato a mostrarlo a chiunque, solo ai miei amici più cari.
Sì insomma, tutto ciò mi rende nervoso perchè questo esibizionismo è una mera stronzata.
Ma dai, che ridicoli! Sono solo foto a ammassi di robe morte immortalate giusto poche ore prima che transitino il colon-retto!
Queste foto sono il simbolo della società in cui viviamo, votata all'apparenza fino all'ultimo, e le persone che le scattano mi fanno solo pena.

... No, non ce la faccio più, adesso basta.

MA DICO IO, CHI DOVREI MAI RIUSCIRE A PRENDERE IN GIRO CON LE MIE BUGIE? VE LO DICO IO: NESSUNO!!! Anch'io voglio ricevere i "mi piace" per le feci in fieri! Questo mio odio probabilmente ha sfruttato gli stessi passaggi logici propri di chi si dimostra un bieco omofobo ma in realtà vorrebbe saltare addosso a Solange o farsi trapanare da Mandingo, e per questo motivo non cadrò più in fallo (e per cadere in fallo intendo cadere in errore, non inciampare sull'organo genitale di Solange nè su quello di Mandingo, voglio che non cadiate col fallo di fuori pure voi insomma). C'è un fascino perverso emanato dal cibo dopato e truccato come solo una mamma delle baby reginette di bellezza saprebbe coltivare, e io a questo fascino perverso non sono di certo immune, soprattutto ora che mi stanno cadendo i denti per lo scorbuto e ho bisogno più che mai di variare la mia dieta se voglio continuare a vivere: evidentemente avere il solo Instagram garantisce ritmi forsennati ai fornelli e un frigo sempre colmo di ingredienti molto vari tra loro, e di questo ho assoluto bisogno. Bene, per questi motivi mi prenderò questa settimana per rendere il favore a tutti quelli che mi hanno inondato di #instafood del cazzo, e chissà se dalle mie prelibatezze non vi venga qualche spunto per nuove squisite leccornie... Sì, insomma, tirate fuori i taccuini! E, se possibile, portatemi qualche sacco dell'umido a casa, che magari c'è qualche ingrediente segreto capace di farmi fare jackpot nella slot machine del gusto.

domenica 16 marzo 2014

John Stoye - L'assedio di Vienna: il ritorno del re (Sobieski)

Avete presente la scena de "Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re" in cui Pipino accende di nascosto il fuoco di segnalazione di Minas Tirith, permettendo così di avvisare Rohan dell'imminente pericolo proveniente da Mordor? Avevo molto apprezzato la visione di tutti quei falò che si accendevano uno dopo l'altro: essendo una forma di comunicazione rapida e sufficientemente esplicativa (fuoco, richiesta di aiuto; niente fuoco, nessun pericolo che richieda soccorso), non avevo riflettuto molto sul fatto che nei secoli scorsi informare gli alleati in questo modo fosse effettivamente possibile... Finchè non ho scoperto che nei territori dell'Impero asburgico esisteva "un antico sistema difensivo che annunciava l'approssimarsi di attacchi nemici a mezzo di segnalazioni luminose su torri erette in cima alle alture". Purtroppo, l'imperatore Leopoldo I non aveva dato ordine di rimetterlo in funzione nel 1683, e anche per questo motivo l'avanguardia e le truppe irregolari ottomane ebbero modo di attuare scorrerie e preparare il cammino per l'esercito guidato dal Gran Visir del Sultano senza incontrare alcuna forma di resistenza particolarmente tenace. In questo modo gli Ottomani ebbero modo di presentarsi alle porte della città di Vienna, capitale dell'Impero, preparando l'assedio da una posizione strategica ottenuta con perdite assai limitate.
(Se ci penso, anche la scena iniziale di "Mulan" sulla Grande Muraglia poteva suggerire che fosse una pratica abbastanza diffusa, e ciò forse fa di me uno che considerava troppo cretine le antiche civiltà per permetterle di attribuire un certo significato all'accensione di un falò: dovesse mai capitarmi di incontrare un qualunque antenato di qualsiasi epoca storica precedente alla mia, credo di dovergli delle scuse)

Vi ricordate quando ne "Le Due Torri" gli Uruk Hai fanno saltare in aria grazie a delle mine parte delle difese del Fosso di Helm? Durante l'assedio di Vienna del 1683 nell'esercito ottomano erano attive numerose squadre di minatori intente a scavare gallerie sotterranee per raggiungere le fondamenta della cinta muraria, posizionare delle cariche esplosive e farle saltare in aria per cercare di creare una breccia nelle mura. Furono proprio le mine, e non i cannoni, a danneggiare maggiormente le difese di Vienna, e grazie alla detonazione di una di queste fu possibile per gli assedianti creare una breccia e conquistare il rivellino della Burg.

Che dire, quindi, della carica dei cavalieri di Rohan che manda in rotta l'esercito di Mordor?  L'11 Settembre 1683, dopo quasi due mesi di assedio che avevano stremato la popolazione viennese ma che non avevano comunque portato i difensori a lasciarsi sopraffare nè a arrendersi all'odiato nemico, gli Ottomani vennero sorpresi dall'arrivo dell'esercito di liberazione da nord, composto da truppe di differenti Stati europei dell'epoca e guidato dal re di Polonia Giovanni Sobieski: la cosiddetta Lega Santa dopo due giorni di aspri combattimenti riuscì a rompere l'assedio e mandare in rotta le forze del Gran Visir, costrette a ritornare decimate a Barad-Dur, Rhun e Harad. Scusate, volevo dire Istanbul, Transilvania e Mesopotamia!

Armature di un manipolo di cavalieri ussari
Potrei continuare ancora per molto, ma per ora mi fermo qui con le analogie col "Signore degli Anelli" dicendovi, affermando, dichiarando, enunciando, sbrilluccicando che "L'assedio di Vienna" di John Stoye è un libro che ho apprezzato molto. Ho trovato molto chiaro il modo in cui vengono narrate le vicende che hanno portato due dei più potenti Imperi del tempo affrontarsi nel cuore dell'Europa, e il registro stilistico di Stoye rende molto scorrevole la lettura, a tratti avvincente. Questi sono due ottimi punti a favore di un saggio storico, considerato che in questo modo l'opera può essere potenzialmente trovato interessante da un pubblico vasto, non necessariamente specialista dell'argomento, senza contare che scongiura il rischio di confondere il lettore con troppe circostanze riportate: se penso a tutti i trattati su periodi storici o civiltà antiche che ho prima comprato e poi abbandonato da qualche parte perchè assolutamente illeggibili, questo pregio acquista ulteriore valore!
Tra le tematiche trattate, ho apprezzato particolarmente la ricostruzione della situazione politica nell'Europa centrale e orientale di fine Seicento, la descrizione accurata di tutti i fattori che hanno portato un Impero potente come quello asburgico a ritrovarsi con la capitale assediata da un esercito nemico, e i ritratti delle personalità che hanno svolto un ruolo di primo piano in queste vicende.

Credo sia già abbastanza chiaro che la lettura de "L'assedio di Vienna" sia stata resa ancora più piacevole dal fatto di avermi permesso di fare vari collegamenti con la trilogia de "Il Signore degli Anelli" che, da quando ho finito di leggere ai tempi delle medie, ho sempre considerato uno dei miei libri preferiti in assoluto: oltre all'ambientazione medioevale arricchita da vari elementi fantastici che mi esaltavano come una Directioner qualunque, io mi emozionavo un sacco a immaginarmi tutti gli eventi della Guerra dell'Anello, e non erano solo gli aspetti bellici a interessarmi molto.
Per esempio, ho sempre trovato infatti terribilmente affascinanti le usanze dei popoli della Terra di Mezzo, e ai miei occhi gli Esterling o gli Haradrim, seppure abitanti di regioni a malapena disegnate sulla mappa e nominati all'interno della trilogia una manciata di volte, avevano la stessa valenza e dignità di etnie realmente esistenti, come se fossero sullo stesso piano dei Valacchi, dei Magiari o dei Turchi citati da Stoye: ogni volta che ritrovavo un minimo riferimento a loro nei racconti di Tolkien l'esaltazione era grande.
Insomma, è sempre stata una mia passione scoprire sempre di più sulla Terra di Mezzo, come se ambissi a una conoscenza enciclopedica di quei luoghi fittizi: tutto ciò sicuramente è stato un modo per "vivere" questo mondo immaginario, e secondo la mia ragazza tutta questa mia passione per la Contea e affini è almeno in parte spiegata dal fatto che ho due piedi da hobbit.

In che modo si possono collegare le esperienze legate alla lettura di due libri come "L'assedio di Vienna" e "Il Signore degli Anelli"? In passato, cercando di rivivere alcune delle emozioni suscitate dai libri di Tolkien o dai film tratti da essi, ho recuperato alcuni libri riguardanti eventi cruciali per la storia dell'Occidente, quali per esempio la presa di Costantinopoli  del 1453, la battaglia di Lepanto del 1571 e, naturalmente, l'assedio di Vienna del 1683: la contrapposizione netta tra due schieramenti, il bisogno di combattere per preservare la propria visione del mondo, l'ineluttabilità di certi eventi sono riscontrabili sia nel documento storico che nella finzione, e questo mi era parso un buon motivo per unire alla mia passione per la Storia una sorta di revival degli assedi del Fosso di Helm e di Minas Tirith.
Può risultare fuorviante mettere sullo stesso piano un romanzo come "Il Signore degli Anelli" e un libro a tema storico: se il primo ha uno sviluppo della storia imprevedibile (spoiler a parte) e si può permettere di rendere le vicende narrate accattivanti e coinvolgenti, trattandosi di un'opera di fantasia, nel secondo caso sin dall'inizio della lettura si sa già a grandi linee cosa succederà (il fatto che Vienna verrà liberata dalla morsa ottomana lo do per scontato sin dall'inizio, a meno che non sia un sostenitore delle teorie del complotto e il libro che sto leggendo non sia stato scritto da Stoye ma da Adam Kadmon), e non è questione di spoiler, bensì di cultura personale!

Di sicuro sulla carta una lotta tra romanzo e trattato storico sembra impari, e secondo me è per questo motivo che molti definiscono troppo noioso quest'ultimo genere letterario e lo snobbano a prescindere. Io però sono dell'idea che questa contrapposizione non debba esistere in partenza, in quanto le priorità di storico e narratore sono diverse: semplificando, si può dire che lo storico documenta, il narratore racconta. Il confronto tra storico e narratore così perde di significato: mi viene difficile pensare che qualcuno preferisca   un saggio storico sulla situazione geopolitica dell'Europa di un certo periodo del passato a un'opera di narrativa per puro e semplice svago, ma mi viene più facile farlo se si avvicina al suddetto trattato per sete di conoscenza, curiosità o fascino suscitati da un dato periodo del passato e così via dicendo... Chi cerca nella vicenda storica soprattutto l'intrattenimento ne resterà inevitabilmente deluso!
Io invece trovo decisamente interessante ricercare nella Storia taluni elementi che possano essere stati una possibile fonte di ispirazione per la narrativa fantastica, ed è pure da questo punto di vista che "L'assedio di Vienna" è una lettura assolutamente consigliata: trovare echi di un'opera di fantasia nel susseguirsi degli eventi accaduti nella realtà è anche un modo per dare merito a chi ha scritto l'opera che più di tutte hai amato da ragazzo di essere stato non solo l'inventore di una trama entusiasmante, ma di essersi anche ampiamente documentato sforzandosi di creare un mondo credibile e al contempo magico, e ti permette di riflettere sul fatto che la Storia non è una versione impoverita e meno stimolante di un racconto con draghi, elfi e orchi, ma la fonte di ispirazione per nuovi e avvincenti processi creativi.


PS: a proposito dell'abbandono della lettura dei libri a tema storico di cui mi sono reso protagonista più volte, parlandone mesi fa con mia cugina che aveva sperimentato lo stesso mio problema, abbiamo notato che l'argomento che più spesso coincideva col lancio del libro dalla finestra riguardasse le variazioni nella decorazione del vasellame di questa o quella civiltà a seconda dell'epoca storica...  Se penso ancora alle ceramiche del periodo Jomon mi parte l'embolo.

lunedì 10 marzo 2014

Omaggio a Alberto Malesani

È già passata una settimana da quel giorno maledetto in cui poteri più forti di te e macchinazioni di palazzo hanno fatto concludere forzatamente la tua brillante esperienza da allenatore del Sassuolo, eppure ancora non riesco a farmi una ragione del tuo esonero. Del resto, che motivi c'erano di silurarti in questo modo inspiegabile?

È vero, le tue ultime esperienze da allenatore hanno fatto un pò schifo tra retrocessioni e polemiche varie con la stampa, senza contare quel timore di essere diventato mollo ( https://www.youtube.com/watch?v=3_ExAYP8mhg ) che ti ha tolto la serenità e non ti ha permesso di esprimerti al meglio nel recente passato... Ma tutto lasciava presagire che questa nuova esperienza sulla panchina più calda dell'emisfero boreale sarebbe stata ben diversa!

È vero, hai perso 5 partite su 5, ma gli allenatori subentrati a campionato in corso hanno sempre bisogno di un po' di tempo per fare comprendere alla squadra i nuovi schemi di gioco prima di fare risultato! C'è chi ingrana dopo una partita, chi dopo due, chi ne pareggia tre e poi vince la quarta che dà la svolta al campionato; poi di solito ci sei tu che le scazzi tutte, ma stavolta... Stavolta si vedeva che la svolta era vicina! Io sono dell'idea che se avessero avuto più pazienza e fossi rimasto alla guida del Sassuolo, delle 12 partite che ti restavano da giocare ne avresti vinte almeno 11, e magari con 50 punti saresti stato il primo allenatore a portare i mai domi neroverdi in Europa League se nel frattempo Fiorentina, Inter, Hellas Verona, Parma e tutte le altre squadre di Serie A avessero perso contemporaneamente tutti i restanti match... Questo però non lo dicono in tv, vero? Non sarà mica che Malesani è osteggiato dai poteri che contano? MAH!

È vero, forse nella tua gestione dello spogliatoio potevi fare di meglio: il commento a caldo sull'espulsione di Berardi dopo 50 secondi dal suo ingresso in campo non credo sarebbe stato fatto da altri allenatori, ma il punto è proprio questo, tu non sei mica mollo come loro! Sei un uomo vero, e se vuoi criticare apertamente qualcuno (e nel caso di Berardi si parla di uno dei giocatori simbolo della tua squadra che da quando sei arrivato gioca ai livelli del peggior Ernesto Farias chissà per quale motivo), nessuno deve ostacolarti nel farlo!


Insomma, caro Alberto Malesani, mi dispiace per come siano andate le cose.

Con la speranza di rivederti presto in campo (e per campo intendo una qualunque arena di wrestling a prova delle tue bestemmie) ti saluto con affetto, ricordando ai tuoi vili detrattori che, anche se stavolta è andata maluccio, qualche passo falso nella carriera è assolutamente giusto che ti venga perdonato sempre, considerato che è anche grazie a te e alla tua eleganza tutta francese se ne "Il patriota" Mel Gibson è riuscito a trionfare sugli Inglesi, vendicare i figli morti ammazzando il colonnello William Tavington (l'immenso Jason Isaacs ci dimostra che la cattiveria dell'uomo non ha limiti), proclamare l'indipendenza degli Stati Uniti d'America e vincere con il Pizzighettone la Champions League.

Alberto Malesani in compagnia di mister Varidoianis.
PS: ringraziate mister Varidoianis! Ringraziatelo, cazzo! Una brava persona.

lunedì 3 marzo 2014

Tempismo baffesco #1

In questo mese di latitanza ho iniziato a scrivere tanti nuovi, spassosi e sbrilluccicanti post, ma puntualmente li ho messi da parte avendo l'ansia degli esami da preparare, secondo il vecchio adagio tanto caro allo studente per cui anche la miseria di venti minuti di studio in più potrebbero trasformare il tuo esame da spassoso (per il professore che ti interroga, il che non è proprio un bene) a sbrilluccicante. Il risultato è che adesso sono pregno di articoli appena abbozzati, molti dei quali riguardano argomenti ormai caduti nel dimenticatoio o di cui a malapena mi ricordo il motivo per cui ne volessi discutere.

Per questa ragione mi sono posto le seguenti domande:
-Ne vale ancora la pena completare queste bozze nonostante il tempo trascorso? Probabilmente no.
-Anche se non ne vale la pena, completerò le bozze nonostante il tempo trascorso? Sì!
-Come mai questa scelta? Ci sono 3 motivi che mi hanno portato a fare questa scelta:

MOTIVO N°1: non me la sento di essere così cinico da abbandonare questi post appena iniziati al loro destino di spazzatura: per capirmi davvero, dovreste vedere gli occhioni con cui mi stanno fissando in questo momento, senza contare che pure la tv dice che è sbagliato abbandonare i cani i post sul ciglio di una strada, quindi non lo farò.
MOTIVO N°2:  parlare di cose di cui già molto o quasi tutto è stato già detto mi sembra una bella sfida da affrontare: prendere in esame una notizia fresca di pochi giorni è una cosa che possono fare tutti, ma dopo un mese?? Tre mesi??? 5 anni???? E il tutto con forte sdegno o finta sorpresa, manco la notizia fosse stata appena recepita !!!
Fantastico, vero? È un pò come quando mangi dell'insalata scaduta da un mese e tutti ti applaudono, o come quando racconti con orgoglio che hai appena scoperto che Renzi è toscano come te e tutti gioiscono e ti esprimono la loro gratitudine nei loro confronti... Gratitudine che ti spetta a pieno diritto perchè gli hai dato prova di saperti stupire ancora come se fossi un cretino un bambino. Ecco, io vi farò riscoprire l'antico piacere di stupirsi per le piccole cose, e per piccole cose intendo notizie ormai superate che non avrebbero più alcun bisogno di essere raccontate e per questo motivo destinate alla decomposizione e all'oblio.
MOTIVO N°3: https://www.youtube.com/watch?v=FXAENGP0ZtU

Una volta spiegate le mie ragioni, è giunto il momento di porre l'attenzione su questo striscione apparso sulla curva del Napoli non ieri, non una settimana fa ma niente di meno che un mese fa, quando la sessione invernale del calciomercato si era appena conclusa con l'acquisto di un ottimo centrocampista come Jorginho... Ma si sa, la piazza napoletana non si può accontentare di giovani calciatori di talento e dal futuro sfavillante se deve lottare per andare in Champions e vincere la Coppa Uefa, ragion per cui il malcontento è dilagato e la Curva ha sentito il forte bisogno di dare un chiaro messaggio alla presidenza di De Laurentiis:




Vorrei porre la vostra attenzione su tre aspetti che ritengo fondamentali:
-Il presidente Aurelio De Laurentiis è un famoso produttore cinematografico
-E' grazie al presidente Aurelio De Laurentiis se sono stati prodotti i cosiddetti cinepanettoni, ogni anno campioni di incassi per milioni di Euro
-Se inizi a scrivere "De Laurentiis" su Google ti viene suggerita come seconda voce della ricerca "De Laurentiis pappone"

Da ciò consegue che l'idea che abbiamo sempre avuto degli elementi che compongono le curve degli stadi di calcio si trattava di uno stupido pregiudizio, e che il tifoso medio a Boldi e De Sica che fanno a gara di scorregge evidentemente ha sempre preferito il cinema d'essai e i capolavori dei grandi maestri della Settima Arte, solo che fino ad ora non se l'è mai sentita di dirlo apertamente...

"Sorrentino se l'è proprio meritato l'Oscar per 'La grande bellezza': la messa in scena quasi spietata del grottesco ambiente che Jep Gambardella si è ritrovato a frequentare è molto evocativa, e del finale che posso dire... Guagliò, di meglio mi ricordo solo la punizione di Maradona contro la Juve! Se posso dire la mia, andando a cercare il pelo nell'uovo, avrei preferito Alba Rohrwacher nel ruolo di Isabella Ferrari e avrei dato maggior risalto al cantautorato italiano sacrificando Venditti, forse un pò troppo cafone per i miei gusti"

Un caloroso saluto a Terrence Malick da parte del circolo dei cinefili di Castel Volturno.

"In questa foto voglio omaggiare Emma Watson nel suo indimenticabile ruolo in 'Bling ring' di Sofia Coppola, regista che già in altri suoi lavori aveva dato prova di sapere tinteggiare con maestria il senso di vuoto che spesso opprime certi ambienti della nostra società: la ricerca sfrenata del lusso fine a se stesso, l'esistenza basata su vuoti nomi di marche e status symbol, l'incapacità da parte dei genitori di fronteggiare dei figli sempre più indisciplinati e pronti a tutto pur di essere al centro dell'attenzione e fare parlare di sè sono tutti elementi che ritrovo costantemente nella vita di tutti i giorni tra i miei coetanei. Sarebbe bello che le nuove generazioni vedano film come questo per capire che non sono i soldi a portare la felicità, bensì una spiritualità mai ignorata, dei sani principi e un bel giubbotto  jeans con la zip."
 
A distanza di anni, il giorno dell'uscita di "Melancholia" viene ancora ricordato con affetto da molti tifosi.

"Ragazzi, fatemi questo piacere: correte a vedere 'Moonrise kingdom' di Wes Anderson, e se possibile vedetelo insieme a chi amate. Non vi deluderà. PS: commuoviamoci insieme"