domenica 6 aprile 2014

Fausto


Fausto, seppur lavorasse da anni in un'agenzia assicurativa, non aveva mai accantonato il sogno della sua vita, ovvero diventare un cantante poliedrico. Al solo pensiero di rinunciare a esibirsi di fronte al pubblico intonando il pezzo del momento rabbrividiva, anche perchè covava l'ambizione di partecipare a X Factor e vedere valorizzate le sue qualità canore una volta per tutte. Fausto sapeva di non essere più un giovincello, come testimoniato del resto dalla sua calvizie incipiente, e così, per nascondere la sua età anagrafica e risultare ancora accattivante al pubblico che conta, aveva deciso di dedicarsi alla palestra con ottimi risultati.
Fausto forse non lo sapeva, ma effettivamente assomigliava un pò a lui.


Quel Sabato sera Fausto era giù di morale.

Per lui la serata karaoke del Cristal rappresentava il top tra tutti gli eventi offerti dalla movida milanese in zona Navigli, ma alla prima esibizione provava la sgradevole sensazione di avere fatto cilecca. Fausto non era riuscito ad andare a tempo con la base musicale, e la canzone che aveva scelto per l'esibizione non aveva fatto breccia nel cuore del pubblico: probabilmente l'idea che un pezzo R'n'B mandasse in visibilio gli ascoltatori non era poi eccezionale come pareva all'inizio, soprattutto se si pensa che il suddetto brano fosse cantato originariamente da una donna nera del ghetto e interpretato per l'occasione da un calvo ancheggiante che non andava a ritmo con la parte strumentale.
Ciò per cui Fausto non si dava pace, però, era ben altro: gli animali da palcoscenico come lui sono abituati a fare il loro dovere fino al termine dell'esibizione, nel bene e nel male, ma lui si era ritrovato costretto, causa incomprensioni col deejay, a interrompere la performance subito dopo il primo ritornello. L'amarezza era grande, altamente difficile da sopportare per un tipo come lui. Fausto si sentiva delegittimato come un pivello qualsiasi, e meno male che c'era chi aveva fatto peggio di lui: un gruppo di ragazzi guidato da un giovane baffuto aveva steccato penosamente "Boyband" dei Velvet, e la piena indifferenza del pubblico alla conclusione del brano denotava un forte disprezzo che per la canzone da nera di Fausto fortunatamente era mancato... Ciò per Fausto significava molto: la serata fino a quel momento era stata deludente ma la strada per il successo forse non era ancora stata sbarrata.
Mentre Fausto continuava a riflettere sugli errori commessi sorseggiando mestamente un Sex on the beach, il deejay, vista la penuria di volontari, decise che era giunto il momento di chiamare nuovamente sul palco alcuni dei suoi pupilli, e dopo una emozionante performance di "I will always love you" eseguita in modo magistrale da una di loro, accadde qualcosa che andava oltre le più rosee previsioni di Fausto:

"Dai Fausto, vieni!!!!"

Fausto riuscì a contenere solo in parte la gioia per la chiamata (il deejay lo considerava ancora uno dei suoi favoriti!!) e scelse intelligentemente di cantare "Se telefonando" di Mina (il cui testo, per chi non lo sapesse, è stato scritto da Maurizio Costanzo aka De Castor): una hit italiana del passato di tale valore non poteva che incontrare i favori degli avventori del Cristal... E fu esattamente ciò che avvenne!!!!
Fausto, ben conscio di ciò che era in ballo durante quella performance, diede il meglio di sè: per chi lo conosceva bene la tensione dei suoi muscolazzi tradiva il suo timore di sbagliare, ma la sua interpretazione originale e accorata fece impazzire l'intero pubblico, che si mise a cantare con lui la canzone mentre lui ammaliava i suoi fan con la sua gioia e i suoi movimenti ancheggianti e li faceva definitivamente suoi simulando il doppio passo tanto caro a Ronaldo... Del resto, quella sera aveva sancito che il calciatore e Fausto erano accomunati dal fatto di essere entrambi dei Fenomeni nei rispettivi ambiti!
La performance fu un incantesimo, e fugacemente Fausto pensò che doveva essere stata una magia a rendere tutto così perfetto... Era tutto magnifico! Come una navigata rockstar riuscì a fare cantare a squarciagola l'ultimo ritornello al pubblico che lo aveva fatto sentire un dio, e mentre il suo sogno si rivelava realtà non riuscì a trattenere un'esultanza con tanto di urlo virile: aveva fatto centro, e che centro!
La canzone terminò, e partirono gli applausi scroscianti, e in Fausto l'esaltazione e la gioia crescevano, e tutti lo guardavano felici e gli sorridevano, e Fausto sorrideva di rimando a tutti e rideva di gusto e non capiva ormai più niente se non il fatto che mai aveva provato una felicità così pura, sì, Fausto era felice, Fausto era felice, FAUSTO ERA FELICE!

Fausto era ormai in estasi: nella sua mente non c'erano più passato o futuro, non polizze sulla vita già firmate nè da fare firmare, ma solo un presente incommensurabile da cantante capace di pervadere di entusiasmo qualsiasi cosa intorno a lui. Fausto, ormai liberatosi dai lacci del tempo, si guarda intorno, e vede i suoi amici che lo filmano, il deejay che gli fa un cenno di apprezzamento, ascolta gli applausi cercati per così tanti anni e mai trovati, e decide che non è più il caso di contenere la sua gioia.

Fausto inizia a saltare come un coniglietto.

Il pubblico non era abituato a reagire di fronte a un quarantenne muscoloso di almeno un metro e ottantacinque che rideva e saltava come un coniglietto, e così, non sapendo cosa cazzo fare, continuò a applaudire in maniera poco convinta per un altro pò e poi decise di chiuderla lì per l'imbarazzo, mentre il deejay sembrava poco turbato da tutto il quadro che si era andato a delineare mentre stringeva la mano al calvo saltellante. Il giovane baffuto e la sua compagnia di amici erano così stravolti che a uno di loro scoppiò un aneurisma nel cervello dall'emozione e morì sul colpo, ma tutto questo non era poi così importante, in fin dei conti. Ciò che contava veramente era una cosa sola...

... Fausto ce l'aveva fatta!

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